Sentieri sorprendenti - Ancona Trasgressiva

Sentieri sorprendenti - Ancona Trasgressiva

Sentieri sorprendenti

Dopo tutta una settimana di lavoro senza un attimo di pausa, durante i week end mi piace staccare completamente la spina, e concedermi lunghe passeggiate immersa nella natura, che siano semplici camminare in campagna oppure escursioni più impegnative in montagna. In questa stagione, poi, i boschi della mia zona regalano paesaggi spettacolari, con una varietà di colori da lasciare senza fiato, al punto che le mie passeggiate sono, in autunno, particolarmente lunghe, il che è un bene, almeno mantengo il mio peso forma, che alla mia età non è scontato e che mi permette di ben figurare in ogni occasione.
Forse proprio per mettere alla prova gambe e glutei, la scorsa settimana, decisi di farmi una bella scampagnata in un favoloso bosco di querce ai piedi delle Alpi, a un paio di ore di macchina da casa mia, il tutto in completa solitudine, come piace a me. Il sentiero di snodava tra alberi magnifici, e i mille colori delle foglie mi trasmettevano un senso di pace che non mi faceva percepire la stanchezza, né rendere conto di quanto, in realtà, stessi salendo di quota, tanto che iniziai a sentire un po' di freddo, al punto che decisi, quando sarebbe stata l'ora di una sosta, di cercare un luogo riparato dove riposarmi.
Ero alla ricerca di una grotta, o di una conca senza vento, oppure ancora di un rudere quando mi imbattei in una vecchia casupola semi diroccata, di quelle che saltuariamente abitavano, fino al secolo scorso, i pastori della zona, e subito iniziai a fantasticare come sarebbe restaurare l'abitazione e trascorrervi ogni mio giorno libero, completamente sola, fino a quando mi accorsi che, in quel momento, sola non ero...
Proprio dietro a uno dei muri principali, infatti, c'era una giovane coppia straniera, probabilmente dell'Europa del nord, intenta a scambiarsi lunghi ed eccitanti baci, ignari di essere osservati: lui era un gigante biondo, il classico bambolotto olandese o norvegese, ma quella che mi colpì di più fu lei, splendida, dai capelli castani e gli occhioni azzurro ghiaccio, vestita di tutto punto per una bella passeggiata. I due mi sembrarono sul punto di passare decisamente ad altro, potevo intuirlo facilmente dal loro respiro affannoso e dalle loro mani, intente ad accarezzarsi sempre più in basso, quando notai una cosa che mi lasciò di stucco: dai leggings della ragazza appariva, prominente, un rigonfiamento tanto inequivocabile quanto insospettabile a prima vista... Di trans a Milano ne ho conosciute parecchie, alcune delle quali sono diventate mie buone amiche, ma quella che mi trovavo a spiare era di una bellezza disarmante e, dopo che il ragazzo tirò fuori sia il suo arnese che quello di lei, con una dotazione di tutto rispetto per giunta...
La situazione si faceva sempre più calda, i baci sempre più profondi e le mani sempre più curiose, quando d'un tratto successe: gli occhi di lei si posarono su di me che, credendomi ben nascosta, non avevo fatto i conti con il mio giubbino fucsia, piuttosto evidente nel mare di giallo del bosco... Contrariamente a quanto mi sarei aspettata, però, la transex continuò a scambiarsi effusioni come se nulla fosse, tenendo fisso lo sguardo su di me, fino a quando disse qualcosa all'orecchio del ragazzo, che si voltó, mi sorrise, e riprese a baciare la sua compagna. Ormai era inutile nascondersi, così smisi di stare rannicchiata dietro al muro e me ne stetti per un po' in piedi, di tanto in tanto avvicinandomi di un passo o due, come attratta da una forza magnetica a cui non potevo resistere.
Quando il ragazzo sussurrò qualcosa all'orecchio della trans e lei annuì, capii che qualcosa bolliva in pentola, e pochi istanti dopo ne ebbi conferma, dato che lei mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi. Quei pochi passi che mi separavano dai due li vissi come un sogno, e proprio come in un sogno obbedii, ipotizzata, ritrovandomi in un attimo tra le braccia di quell'armadio scandinavo, mentre la trans, da dietro, mi accarezzava dolcemente il capo.
Senza sapere nulla di loro, senza dire una parola, senza nemmeno un qualche tipo di presentazione: fu il bacio più inaspettato e coinvolgente che mi sia mai capitato, oltre che sicuramente il più eccitante, con il giovane ragazzo che mi teneva stretta a lui e lei che iniziava ad esplorare il mio corpo con le mani. Le mie, invece, erano finite in pochi secondi ad impugnare il bastone dello sconosciuto, trovandolo duro come lo avevo ammirato poco prima, pronto per essere lavorato. Restammo un po' così, con la sottoscritta che lo masturbava dolcemente, mentre a sua volta si faceva toccare dalla trans, e devo ammettere che il tocco delle sue dita femminili sulla mia fessura, che grondava dall'eccitazione era una sensazione tanto nuova quanto speciale. A dispetto della differenza di stazza tra i due, i loro pezzi di carne erano molto simili, lo notai soprattutto quando mi chinai tra di loro e iniziai, come spinta da una forza interiore, ad assaggiarli, passando velocemente da uno all'altro, per poi avvicinarli e guatarmeli assieme, come mai avevo nemmeno lontanamente fatto prima di allora.
Quella che doveva essere una rilassante gita in solitaria si era ormai trasformata in un indemoniato incontro di sesso, del quale nessuno dei tre aveva intenzione di privarsi, specialmente il ragazzo, che aveva l'occasione di divertirsi sia con la sua dolce metà che con me, che modestamente mi considero ancora un gran bel bocconcino, così, quando lui si sdraiò sulle coperte che avevano già messo da un pezzo e mi fece cenno di avvicinarmi, senza indugi prima mi sedetti sulla sua faccia, gustandomi un po' della sua bravura con la lingua, e poi direttamente sul suo membro, iniziando a saltellarci sopra. La ragazza, dopo essersi goduta per un po' il compagno in balia di una sconosciuta ed essersi masturbata con lo spettacolo che le offrivo, decise di entrare in scena, offrendomi le sue delizie da leccare a sazietà, senza però che io smettessi di muovere il bacino avanti e indietro, divertendomi anche con il ragazzo.
Leggevo nei bellissimi occhi della trans la voglia di carne, l'intesa era tale che lo capii al volo, così mi accomodati di nuovo sul bel visino del ragazzo e cedetti il posto d'onore a lei, che non si fece pregare e si fece scivolare dentro la verga di lui, umida dei miei succhi, che entrò non senza una certa difficoltà iniziale... In tutto questo, l'uccello della trans, ancora perfettamente in tiro, era rimasto senza attenzioni, ma ci pensarono le mie mani a coccolarlo un po', lavorandolo con rapidi movimenti, mentre cominciai a baciare la sconosciuta, tutte e due deliziate nello stesso momento da quello stallone che sembrava uscito da una commedia di Hollywood.
La zip del giubbotto sportivo della trans che sobbalza al ritmo dei suoi colpi, il suo caldo cappello di lana da cui uscivano, scarmigliati, ciocche di capelli castani, riuscivo a vedere con chiarezza tutti i dettagli di quella sconosciuta, espressioni di godimento comprese, tanto che non riuscii a trattenermi e implorai per un altro caldo bacio da quella sensuale creatura, ben felice di accontentarmi.
In un impeto di eccitazione, volevo essere al completo servizio dei due, e ben presto ebbi l'occasione di esaudire il mio desiderio: lei, infatti, era vogliosa di essere presa a novanta, cosa che il bel biondino non esitò a fare, alzandosi di scatto e prendendola per i fianchi, per poi penetrarla senza troppi fronzoli. Alla sottoscritta non restava che mettersi in ginocchio sotto la trans e deliziarla con la bocca, proprio mentre i due erano impegnati nelle loro effusioni. Ogni volta che il ragazzo entrava a fondo dentro la trans, il randello di quest'ultima mi finiva dritto in gola, con il mio naso che arrivava a toccare il ventre della sconosciuta, mentre le mie mani, beh, quelle erano impegnate ad accarezzare quelle delicate gambe color di perla prima, le sue palle perfettamente glabre poi...
Non so per quanto tempo rimasi chinata a dare piacere alla sconosciuta e a me stessa, potevano essere istanti come ore, ma quando il ragazzo, con un urlo strozzato solo in parte, le venne dentro, dopo pochi attimi anche lei fece lo stesso a me, riempiendomi la bocca del suo dolce nettare e soffocando il suo grido di piacere contro la manica del giubbotto.
L'imbarazzo che seguì quella piccola follia che avevamo appena commesso durò relativamente poco, perché, dopo che mi ebbero offerto un tè caldo da uno dei loro thermos, consumato in fretta nel silenzio più assoluto, con un sorriso mi congedai, riprendendo il cammino verso la cima, con passo spedito e con un mix di divertimento e vergogna che mi fa sorridere ancora adesso, specie se penso che quella affascinante quanto improbabile coppia non la rivedrò mai più... Forse...

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